Ciao a tutti,
il libro, scriveva Umberto Eco nella prefazione al Nome della Rosa, è una macchina per generare interpretazioni. Questa visione, per così dire dinamica o fenomenologica, trova di tanto in tanto – e dove poco te lo aspetteresti – conferme sperimentali confortanti.
Prendiamo ad esempio il volumetto Viri illustres urbis Romae, a Romulo ad Augustum, testo di storia romana introduttivo alla lettura del latino di Charles Francois L’Homond (1727-1794) qui in un’edizione anglosassone del 1866, a cura di James Hardie.
Una compilation di profili di personalità romane tratte da brani di Cicerone, Livio, Sallustio, Seneca, Valerio Massimo ed altri autori semplificati per uso didattico – sia nei dettagli che nella sintassi – ma che tiene a mantenere la classicità delle espressioni.
Nel tempo questo libro ha dato luogo a edizioni arricchite e commentate – sempre a scopi didattici: ad esempio, un’altra edizione Viri Romae; with introductory exercises, intended as a first book in the study of Latin del 1833, a cura di Frederick Percival Leverett e Thomas Gamaliel Bradford; presenta all’inizio esercizi di grammatica propedeutici alla lettura.
Ancora, interessante questo compendio: Selections from Urbis Romae Viri Inlustres, di B.L.D’Odge, 1896: riporta solo pochi personaggi tra quelli del libro originale, ma fornisce anche esercizi di composizione basati sui brani latini selezionati.
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