Archivi categoria: lettura del greco antico

La Ciropedia di Senofonte: leggibile, stampabile, ben connessa.

Ciao a tutti,

un lavoretto semplice semplice: sul sito del progetto Perseus (http://www.perseus.tufts.edu/) ci sono disponibili testi classici assieme ad un sacco di strumenti per analizzarli.

From the site: what is the Perseus Digital Library?

The Perseus Digital Library, founded as and still often known as the Perseus Project, is an evolving digital library of resources for the study of the humanities. It is funded to perform research on developing tools to provide users with improved access to various types of materials. Past work has focused on building and linking together collections. Current work considers ways of developing and refining tools for presentation of the materials in the Perseus DL. … (http://www.perseus.tufts.edu/hopper/help/faq)

Perseus was named for the mythological Greek hero who explored the limits of the world known to him. The name reflects the origins as a project focused on the student of Ancient Greece. Since the founding, the project has, like the hero, moved beyond our initial sphere into many areas of the Digital Humanities. The core of the collections and research remains pre-modern studies and languages.

Cosa si può aggiungere, oltre a tutti i ringraziamenti del caso? A seconda di cosa si è in grado. Nel pdf scaricabile da qui, ad esempio, c’è il primo libro della Ciropedia di Senofonte; testo in solo greco, pensato per la comodità di lettura e per iniziare una qualche analisi: quindi si dovrebbe poter:

  • leggerlo comodamente a schermo (sia PC che su tablet/smartphone);
  • stamparlo con semplicità (in fondo è un file pdf);
  • annotare la stampa come si preferisce (il testo è a interlinea doppia e i margini laterali sono ben dimensionati);
  • dal pdf, i titoli – a livello di capitolo – sono collegati direttamente alla relativa pagina sul sito Perseus: questo dovrebbe risultare comodo per sfruttare tutto quanto il sito mette a disposizione.

Il lavoretto è pensato principalmente per imparare a leggere (prima ancora di pensare a tradurre) il greco antico, dedicato quindi a tutti i prossimi neoginnasiali.

Ah giusto, due parole sulla Ciropedia di Senofonte…

(parte un copia-e-incolla senza vergogna da https://it.wikipedia.org/wiki/Ciropedia)

L’opera, in 8 libri, fu scritta probabilmente dopo il ritorno di Senofonte ad Atene (365 a.C.) o dopo la rivolta dei satrapi (360 a.C.). Il titolo, Κύρου παιδεία, «L’educazione di Ciro», fornisce già una chiara idea del contenuto dell’opera: si tratta, infatti, del racconto dell’educazione del re, seguita in tutte le fasi (fanciullezza, efebia, maturità, vecchiaia). Il padre di Ciro, Cambise, insegna al figlio come procurarsi l’obbedienza spontanea dell’esercito, come gestire l’economia, la salute, il comando nel corso delle spedizioni.

(fine del copia-e-incolla, grazie Wikipedia)

Buona lettura, nel caso.

 

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i primi tre tempi verbali del greco antico, a confronto

Ciao a tutti,

nella nostra biblioteca virtuale archive.org avevamo trovato non molto tempo fa un testo di grammatica del greco antico (Three Months’ Preparation for Reading Xenophon) essenziale, dall’esposizione succinta ma d’ambizione nei fini: portare il lettore a comprendere almeno qualche passo dell’Anabasi di Senofonte (in greco) in soli tre mesi.

L’aver inserito d’arbitrio del bibliotecario la precisazione “almeno qualche passo” nella dichiarazione d’intenti del libro rende l’obiettivo da davvero sfidante a sostenibile, con buona pace di tutti; ora possiamo concentrarci sul processo e non sul prodotto: i risultati verranno.

L’autore di questo libro è quello stesso James Morris Whiton del fortunato Six weeks’ preparation for reading Caesar (Ginn & Company, Boston, 1886): introduzione al latino volta alla lettura di “almeno qualche passo” del De Bello Gallico, e ne riprende l’approccio.

Brevi note grammaticali, lessico essenziale ed esempi, esercizi di traduzione dal greco, esercizi di traduzione dall’inglese. Nelle note si fanno frequenti riferimenti (i numeri in grassetto) alla grammatica di Hadley e Allen (anche questa reperibile online senza problemi: J.Hadley, F.Allen. A Greek Grammar for Schools and Colleges, D. Appleton & Co., New York, 1884): averne sotto mani il .pdf è senz’altro una buona idea.

His fretus, la trattazione è fortunatamente elementare e qualche specchietto riassuntivo è ancora oggi assai godibile: adattissimo quindi per presentare qualche informazione a quei volonterosi che magari pensano di iscriversi al Liceo Classico e vogliono intravvedere qualcosa di una delle discipline fondanti. Qui mettiamo insieme il Presente, l’Imperfetto ed il Futuro – tutti e tre al modo indicativo – per confrontarne le coniugazioni comparandole (pag.11-13 del testo). Sarà compito del narratore non perdere per strada l’uditorio risolvendo nell’esposizione concetti come il tema temporale del verbo e l’aumento sillabico alla buona, in fondo non siamo ad un corso di filologia classica.

 

 

 

Per ogni osservazione, correzione e commento scrivete a questo indirizzo: gp . ciceri AT gmail . com (togliete gli spazi in eccesso e sostituite AT con “@”).


i primi, magnifici, sette verbi greci

Ciao a tutti,

l’argomento non è proprio di quelli scientifici, lo ammetto, ma nel Three Months’ Preparation for Reading Xenophon (James Morris Whiton) a un certo punto (pagina 12) c’è la prima lista di verbi da mandare a memoria.

 

La domanda viene spontanea: vi ricordate ancora la vostra prima lista di verbi?

Buona giornata.

 

 


impara ad imparare: regole per studiare meglio (e per non fare finta di studiare)

Ciao a tutti,

una nuova sessione del corso Learning how to learn è iniziata lo scorso 5 Settembre, e lo si può seguire anche gratis. Quei geniali dell’Università della California a San Diego hanno idee piuttosto precise su come si faccia a imparare qualcosa, e nella loro benevolenza lo riassumono in due decaloghi – nessun vitello (né d’oro né dai piedi di balsa) è però stato prima messo a punto e distrutto poi nel corso della loro stesura: almeno a nostra migliore conoscenza.

Visto l’inizio dell’anno scolastico, sembra opportuno riproporre il tutto alla pubblica attenzione, consci del fatto che nel rappresentare l’autentica ricetta del risotto alla milanese a venti aspiranti cuochi solo un pajo la sapranno interpretare meravigliosamente sin da subito, mentre ad altri 16 servirà qualche periodo di apprendistato, più o meno lungo.

<citation>

These rules form a synthesis of some of the main ideas of the course–they are excerpted from the book A Mind for Numbers: How to Excel in Math and Science (Even if You Flunked Algebra), by Barbara Oakley, Penguin, July, 2014. Feel free to copy these rules and redistribute them, as long as you keep the original wording and this citation.

<citation/>

<original wording>

10 Rules of Good Studying

  1. Use recall. After you read a page, look away and recall the main ideas. Highlight very little, and never highlight anything you haven’t put in your mind first by recalling. Try recalling main ideas when you are walking to class or in a different room from where you originally learned it. An ability to recall—to generate the ideas from inside yourself—is one of the key indicators of good learning.
  2. Test yourself. On everything. All the time. Flash cards are your friend.
  3. Chunk your problems. Chunking is understanding and practicing with a problem solution so that it can all come to mind in a flash. After you solve a problem, rehearse it. Make sure you can solve it cold—every step. Pretend it’s a song and learn to play it over and over again in your mind, so the information combines into one smooth chunk you can pull up whenever you want.
  4. Space your repetition. Spread out your learning in any subject a little every day, just like an athlete. Your brain is like a muscle—it can handle only a limited amount of exercise on one subject at a time.
  5. Alternate different problem-solving techniques during your practice. Never practice too long at any one session using only one problem-solving technique—after a while, you are just mimicking what you did on the previous problem. Mix it up and work on different types of problems. This teaches you both how and when to use a technique. (Books generally are not set up this way, so you’ll need to do this on your own.) After every assignment and test, go over your errors, make sure you understand why you made them, and then rework your solutions. To study most effectively, handwrite (don’t type) a problem on one side of a flash card and the solution on the other. (Handwriting builds stronger neural structures in memory than typing.) You might also photograph the card if you want to load it into a study app on your smartphone. Quiz yourself randomly on different types of problems. Another way to do this is to randomly flip through your book, pick out a problem, and see whether you can solve it cold.
  6. Take breaks. It is common to be unable to solve problems or figure out concepts in math or science the first time you encounter them. This is why a little study every day is much better than a lot of studying all at once. When you get frustrated with a math or science problem, take a break so that another part of your mind can take over and work in the background.
  7. Use explanatory questioning and simple analogies. Whenever you are struggling with a concept, think to yourself, How can I explain this so that a ten-year-old could understand it? Using an analogy really helps, like saying that the flow of electricity is like the flow of water. Don’t just think your explanation—say it out loud or put it in writing. The additional effort of speaking and writing allows you to more deeply encode (that is, convert into neural memory structures) what you are learning.
  8. Focus. Turn off all interrupting beeps and alarms on your phone and computer, and then turn on a timer for twenty-five minutes. Focus intently for those twenty-five minutes and try to work as diligently as you can. After the timer goes off, give yourself a small, fun reward. A few of these sessions in a day can really move your studies forward. Try to set up times and places where studying—not glancing at your computer or phone—is just something you naturally do.
  9. Eat your frogs first. Do the hardest thing earliest in the day, when you are fresh.
  10. Make a mental contrast. Imagine where you’ve come from and contrast that with the dream of where your studies will take you. Post a picture or words in your workspace to remind you of your dream. Look at that when you find your motivation lagging. This work will pay off both for you and those you love!

10 Rules of Bad Studying

Avoid these techniques—they can waste your time even while they fool you into thinking you’re learning!

  1. Passive rereading—sitting passively and running your eyes back over a page. Unless you can prove that the material is moving into your brain by recalling the main ideas without looking at the page, rereading is a waste of time.
  2. Letting highlights overwhelm you. Highlighting your text can fool your mind into thinking you are putting something in your brain, when all you’re really doing is moving your hand. A little highlighting here and there is okay—sometimes it can be helpful in flagging important points. But if you are using highlighting as a memory tool, make sure that what you mark is also going into your brain.
  3. Merely glancing at a problem’s solution and thinking you know how to do it. This is one of the worst errors students make while studying. You need to be able to solve a problem step-by-step, without looking at the solution.
  4. Waiting until the last minute to study. Would you cram at the last minute if you were practicing for a track meet? Your brain is like a muscle—it can handle only a limited amount of exercise on one subject at a time.
  5. Repeatedly solving problems of the same type that you already know how to solve. If you just sit around solving similar problems during your practice, you’re not actually preparing for a test—it’s like preparing for a big basketball game by just practicing your dribbling.
  6. Letting study sessions with friends turn into chat sessions. Checking your problem solving with friends, and quizzing one another on what you know, can make learning more enjoyable, expose flaws in your thinking, and deepen your learning. But if your joint study sessions turn to fun before the work is done, you’re wasting your time and should find another study group.
  7. Neglecting to read the textbook before you start working problems. Would you dive into a pool before you knew how to swim? The textbook is your swimming instructor—it guides you toward the answers. You will flounder and waste your time if you don’t bother to read it. Before you begin to read, however, take a quick glance over the chapter or section to get a sense of what it’s about.
  8. Not checking with your instructors or classmates to clear up points of confusion. Professors are used to lost students coming in for guidance—it’s our job to help you. The students we worry about are the ones who don’t come in. Don’t be one of those students.
  9. Thinking you can learn deeply when you are being constantly distracted. Every tiny pull toward an instant message or conversation means you have less brain power to devote to learning. Every tug of interrupted attention pulls out tiny neural roots before they can grow.
  10. Not getting enough sleep. Your brain pieces together problem-solving techniques when you sleep, and it also practices and repeats whatever you put in mind before you go to sleep. Prolonged fatigue allows toxins to build up in the brain that disrupt the neural connections you need to think quickly and well. If you don’t get a good sleep before a test, NOTHING ELSE YOU HAVE DONE WILL MATTER.

<original wording/>


esercizi di greco antico: composizione, che passione.

W.Nelson, Greek Exercises

W.Nelson, Greek Exercises

Premessa l’ambivalenza del titolo, volete davvero sbizzarrirvi?

In questo libro, Greek Exercises, di W.Nelson (Longman, Rees, Orme, Brown, and Green, London 1831), c’è del materiale per voi.

Riprendo dall’introduzione: ogni capitolo è diviso in tre parti (questa però l’ho già sentita) – la prima (esempi per regola) contiene frasi semplici, predisposte secondo la regola sintattica che si vuole perfezionare, la seconda (esempi promiscui) contiene frasi che richiedono l’uso di varie regole, a partire tra quelle già viste – e fino a qua si parla di frasi in inglese (del periodo, thou wast seeing – scordatevi you were seeing).
Nella terza parte, presente dal capitolo secondo in poi, (hic sunt leones) ci sono frasi latine da tradurre in greco antico: fatte le prime due, dovreste essere in grado.

Prima degli esercizi, c’è un riepilogo della sintassi del greco antico in 66 punti: il numerologo che si nasconde dentro di voi saprà certo spiegarne il perché.

Infine, non ancora soddisfatto, l’autore ci delizia/infligge (fate voi) le sue Observations on some Idioms of the Greek Language, poiché, essendo il comprendere gli idiomi peculiari di un linguaggio un lavoro importante e difficile, si spera che queste osservazioni lo faciliteranno agli studenti.

Se qualcuno crede che il miglior modo per padroneggiare la sintassi di un linguaggio sia quello di produrne dei testi, suppongo con ciò avrà da divertirsi. Per tutti gli altri, dietro questo link, c’è la soluzione degli esercizi.

 

Buona giornata.

p.s.: mai finiremo di ringraziare chi si è adoperato nella digitalizzazione di tutti questi contenuti, che continuiamo a saccheggiare dal sito archive.org – ma con il dovuto rispetto.

 

Per ogni osservazione, correzione e commento scrivete a questo indirizzo: gp . ciceri AT gmail . com (togliete gli spazi in eccesso e sostituite AT con “@”).

 


modernariato grammatica greca, sulle preposizioni (a partire dallo spazio)

Spazio, ultima frontiera.

Dal saccheggio digitale di archive.org continuano a uscire perle di saggezza: avevamo infatti appena finito di mettere sommariamente in evidenza, in un recente post (spazio e tempo: sul significato originale delle preposizioni), come le preposizioni del greco antico prendessero significato da determinazioni di spazio e tempo, quando siamo incappati in un testo che precisa il concetto – almeno per lo spazio.

greek preposition from original of space

F.A.Adams, The Greek Prepositions: Studied from Their Original Meanings as Designations of Space. (D. Appleton and Company, New York 1885). Il libro è scaricabile e stampabile liberamente, i diritti di copia sono scaduti.

L’incipit è lapidario: qualunque teoria possiamo adottare a proposito delle origini del linguaggio, tutti gli studiosi del mondo sono concordi nel dire che le sue parole derivino in gran parte da nozioni di cose nello spazio. Questo libro presenta i risultati di uno studio delle preposizioni del Greco dal punto di vista di questa affermazione.

 

Ci sono 130 pagine di argomentazione ed esempi: probabile delizia per appassionati e cultori della materia, presumibile croce per chi ne stia apprendendo i rudimenti, al limite della follia per almeno il rimanente 94% della popolazione mondiale (a prendere per buona, e projettarla sul mondo intero, la statistica percentuale dei nuovi iscritti al ginnasio sul totale – sbagliando quindi per eccesso, e di grosso).

 

Buona lettura, nel caso.

 

 


tre mesi per leggere l’Anabasi in greco, istruzioni per l’uso

Three Months Preparation for Reading Xenophon. Copertina

Three Months Preparation for Reading Xenophon. Copertina

Ciao a tutti,

sul sito archive.org abbiamo trovato un testo-laboratorio di grammatica del greco antico essenziale – ottanta pagine circa – ma davvero ambizioso: promette infatti al lettore di portarlo a leggere l’Anabasi di Senofonte (in greco) in soli tre mesi.

Questo libro, Three Months’ Preparation for Reading Xenophon (Appleton & Company, New York, 1889), risulta essere senza copyright: si può quindi scaricare e stampare il pdf liberamente. L’autore è lo stesso James Morris Whiton del fortunato Six weeks’ preparation for reading Caesar (Ginn & Company, Boston, 1886): introduzione al latino volta alla lettura del De Bello Gallico.

 

Visto che il post precedente su questo testo è stato molto letto, approfondiamo il tema con qualche istruzione per l’uso.

Il libro è diviso in otto capitoli: dopo l’inevitabile tassa da pagare su alfabeto e fonetica, la grammatica del greco antico è presentata nell’ordine: verbo -> nome -> articolo -> aggettivi -> pronomi -> participi -> preposizioni. All’inizio era il verbo, verrebbe da dire, e il verbo (come il nome) verrà ripreso via via anche negli altri capitoli; alla fine è un piccolo vocabolario utile per gli ultimi esercizi del testo (dal XX in poi).

La struttura del capitolo è sempre la stessa: note grammaticali, lessico essenziale ed esempi, esercizi di traduzione dal greco, esercizi di traduzione dall’inglese. Nelle note grammaticali si fanno frequenti riferimenti alla grammatica di Hadley e Allen (anche questa reperibile senza problemi da archive.org: J.Hadley, F.Allen. A Greek Grammar for Schools and Colleges, D. Appleton & Co., New York, 1884): averne sotto mani il .pdf è senz’altro una buona idea.

Nel primo e all’inizio del secondo e terzo capitolo l’autore infatti, anziché introdurre i concetti di base, preferisce porli come domande e indicare al lettore dove trovare le risposte sulla grammatica Hadley-Allen; atteggiamento che non lo renderà molto popolare, temo. Non siamo più abituati infatti al “prima c’è uno scoglio d’affrontare”; resta poi altrettanto poco utile fare presente come anche Umberto Eco nel suo Pendolo di Focault adotti una strategia di selezione del lettore simile (cfr. la prefazione al PdF, ma vado a memoria, potrei ricordare male).

A parte questa stravaganza, il ritmo del testo è regolare: basta avere la pazienza di seguirlo. Mi sento solo di consigliare al lettore motivato non solo di copiare a mano sul proprio quaderno di esercizi ogni parola greca che incontri man mano nel libro, ma anche di trascrivere gli esempi e le frasi degli esercizi dal greco al computer (per chi ha il Mac, c’è anche una piccola guida all’utilizzo della tastiera greca). In questo modo acquisirà pian piano la necessaria padronanza di accenti e spiriti.

 

Buona lettura.

 

Per ogni osservazione, correzione e commento scrivete a questo indirizzo: gp . ciceri AT gmail . com (togliete gli spazi in eccesso e sostituite AT con “@”).


leggere Greco: in tre mesi da zero all’Anabasi di Senofonte

Ciao a tutti,

altra pesca miracolosa dal sito archive.org: questa volta un laboratorio di grammatica del greco antico essenziale – succede tutto in ottanta pagine malcontate, salvo riferimenti ulteriori – ma ambizioso: promette al lettore sufficientemente motivato di metterlo in grado di leggere l’Anabasi di Senofonte in tre mesi, partendo da zero.

Questo libro, Three Months’ Preparation for Reading Xenophon (Appleton & Company, New York, 1889), è stato digitalizzato ed è disponibile pubblicamente su archive.org (i diritti di copia risultano essere scaduti, almeno fino a prova contraria), si può quindi scaricare il pdf.

L’autore è lo stesso James Morris Whiton del Six weeks’ preparation for reading Caesar (Ginn & Company, Boston, 1886): introduzione al latino volta alla lettura del De Bello Gallico di Cesare. E usa lo stesso approccio: anche in questo caso quindi diritti all’obiettivo senza dare spazio, nella morfosintassi, a casi particolari o approfondimenti non strettamente necessari; lessico ridotto al minimo indispensabile – e funzionale alla lettura, esercizi mirati costruiti a partire da casi concreti, che si ritrovano poi nel testo. Le grammatiche greche indicate come riferimento sono anch’esse disponibili in pdf, sempre dal sito archive.org.

Ottanta pagine in tre mesi fanno quasi una pagina al giorno in media: me le aspetto parecchio dense. Buon fine settimana.

 

Per ogni osservazione, correzione e commento scrivete a questo indirizzo: gp . ciceri AT gmail . com (togliete gli spazi in eccesso e sostituite AT con “@”).