Ciao a tutti,
quel bel costrutto latino costituito, grammaticalmente, da verbo in gerundio + nome in accusativo (complemento oggetto del gerundio) che si trasforma poi – e come si trova più spesso in letteratura – in verbo al gerundivo concordato col nome oggetto del gerundio declinato nel caso originale del gerundio stesso.
Detto così può sembrare una sciarada, ma basta fare qualche esempio per chiarirsi le idee.
Il gerundio è un nome verbale: si declina; il gerundivo è un aggettivo verbale: si declina e concorda.
Nel passare dal gerundio al gerundivo, il nome – complemento oggetto – prende il caso del gerundio a cui riferisce, mentre il gerundivo concorda.
In sintesi: verbo in gerundio + nome in ACCusativo (del gerundio) <=> nome nel caso del gerundio + verbo in gerundivo, concordato opportunamente.
Siamo debitori di esempi e commenti a James Morris Whiton, nel suo Six weeks’ preparation for reading Caesar. (Ginn & Company, Boston, 1886).