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lessico di greco antico, i vocaboli del POROS

 

iconaPoros2Ciao a tutti,

a chi utilizza il testo “POROS, lingua e civiltà greca” (Agnello-Orlando, 2017 Palumbo Editore) potrà forse risultare utile un piccolo corso sulla piattaforma Memrise (nel sito decks, come si usa da un po’, dove ci sono i corsi creati dagli utenti) per aiutare a memorizzare i vocabolari di parole di uso comune che sono indicati nelle varie unità del volume “Laboratorio 1”.

 

I livelli del corso seguono la disponibilità delle liste di vocaboli sul testo, nei paragrafi “Costruisci il tuo vocabolario”, riepiloghi compresi.

Il corso è raggiungibile da questo link, http://bit.ly/vocaboliPoros

Al momento ci sono i vocabolari per le prime sette unità, piano piano ne aggiungo ancora.

Fatemi sapere se ci sono errori, per cortesia.

Buon lavoro

/gp

 

 

 

 

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esercizi di greco antico: lessico DCC, i 500 vocaboli più frequenti.

Ciao a tutti,

ancora esercizi sul lessico di base del Greco Antico, questa volta predisposti a partire dai 500 lemmi fondamentali del lessico frequenziale DCC.

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Atene, Museo Archeologico Nazionale

Da qui si può scaricare un foglio (meglio, una cartella) di lavoro con dei test, per le opportune verifiche (le liste dei vocaboli sono riportate in fondo alla cartella, basta scorrere verso destra i singoli fogli).

Se preferite, qui potete scaricare le liste di vocaboli in file pdf belli e pronti per la stampa:

 

Se segnalerete errori o sviste all’indirizzo gp <punto> ciceri <AT> gmail <punto> com sarò lieto di applicare tutti i corrige del caso.

Buona giornata.

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i 300 lemmi fondamentali del lessico greco antico, dal Triakonta

Ciao a tutti,

sempre a proposito lessico di base del Greco Antico, qui ci sono i lemmi che compaiono della lista dei 300 fondamentali, come pubblicata sul testo: Triakonta. Versioni di greco per il triennio (Agazzi e Vilardo, Zanichelli, 2006).

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Sono tre file .pdf già pronti per essere stampati e tenuti a portata di mano:

CORRIGE 2017.11.01 – riviste le liste di lemmi e riprodotto il pdf.

lemmi fondamentali: verbi, nomi e aggettivi (clicca per scaricare il file)

Come si usano? Come scorciatoja, prima di consultare il vocabolario vero e proprio – almeno per ipotizzare un primo significato nel testo che si sta traducendo.

Sarebbe utile impararli a memoria: nel caso, potete trovare qui qualche esercizio in questo senso.

Come al solito, se segnalerete errori o sviste all’indirizzo gp <punto> ciceri <AT> gmail <punto> com sarò poi lieto di applicare tutti i corrige del caso.

Buona giornata.

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esercizi di lessico greco antico: i 300 lemmi principali, dal Triakonta

Ciao a tutti,

dopo sei mesi di silenzio nuovi esercizi sul lessico di base del Greco Antico, questa volta predisposti a partire dalla lista dei 300 lemmi fondamentali pubblicata sul testo: Triakonta. Versioni di greco per il triennio. Pierangelo Agazzi e Massimo Vilardo, Zanichelli, 2006.

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Statua di Poisedone, dettaglio. Museo Archeologico Nazionale di Atene.

Qui c’è il corso sulla piattaforma Memrise, per impararli a memoria.

Da qui invece si può scaricare un foglio (meglio, una cartella) di lavoro con dei test (ultimo corrige, 2017.11.01), per le opportune verifiche (le liste dei vocaboli sono riportate in fondo alla cartella, basta scorrere verso destra i singoli fogli).

Se segnalerete errori o sviste all’indirizzo gp <punto> ciceri <AT> gmail <punto> com sarò lieto di applicare tutti i corrige del caso.

Buona giornata.

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FGB: commento alla lezione XI – ancora sulla seconda declinazione

Continuiamo il commento al First Greek Book (J.W.White, 1896, Ginn & Company), laboratorio introduttivo al greco antico che, tra le altre virtù, spiega i tempi verbali prima per il solo modo indicativo; con solo questo libro non diverrete certamente filologi classici ma certo non uscirete pazzi tanto da abbracciare quel famoso cavallo sabaudo (Nice, che dice? Boh).

 

 

La lezione XI continua il discorso iniziato nella precedente sulla seconda declinazione (O-Declension). Godetevela, dalla prossima ci sarà meno da divertirsi – arrivano verbi.

Lezione XI: ancora sulla O-declension.

Intanto c’è da andare a studiare negli schemi in fondo al libro come si declina l’articolo determinativo ὁ, ἡ, τό, ormai non ne possiamo fare a meno.

Poi vorrei rassicurare tutti sulla concordanza nome <-> aggettivo: anche qui vale in numero, genere e caso. Per quella soggetto <-> verbo ci sarà invece un eccezione notevole.

Ma quella che mi è piaciuta di più è la parola postpositiva: una parola che non viene mai messa all’inizio della frase (nella frase greca, intendo, in italiano sarà da mettere in testa), ma generalmente viene per seconda.

Esempio: la congiunzione δέ (significa ma, e), come nella frase τόξα δἐ, ὦ Κῦρε, οὐκ ἔχομεν (ma gli archi, o Ciro, non abbiamo). E questa è anche la pillola omeopatica di sintassi di questa lezione.

 

 

Per ogni osservazione, correzione e commento scrivete a questo indirizzo: gp . ciceri AT gmail . com (togliete gli spazi in eccesso e sostituite AT con “@”).

 

<PUBBLICITA’ PROGRESSO>Sempre a disposizione dei volonterosi un corso (poco per volta mandiamo in onda i materiali) sul sito memrise.com – gratis, si accede da questo link (e da quest’altro se volete la versione greco-inglese), che del FGB riprende le unità lessicali e gli esercizi di traduzione (dagli originali greco-inglese e inglese-greco abbiamo ricavato i corrispondenti greco-italiano e italiano-greco). Potete sempre scaricarlo sul vostro smartphone, per darvi un tono con gli anziani e allo stesso tempo continuare sottobanco a leggere bimbominkiate, magari su wattpad.</PUBBLICITA’ PROGRESSO>

 

 


FGB: commento alla lezione VIII – la seconda declinazione (O-Declension)

Ormai penso sappiate a sufficienza di cosa tratti il First Greek Book (J.W.White, 1896, Ginn & Company):  un laboratorio introduttivo al greco antico pensato farvi iniziare un percorso che, se diamo retta a Kavafis, vi porterà fino ad Itaca, e senza fretta; con questo libro non diverrete certamente filologi classici ma almeno sarete in grado di aiutare i vostri figli a ripetere i verbi greci.

La lezione VIII presenta la seconda declinazione (detta anche O-Declension dai grammatici di scuola anglosassone) e gli aggettivi della prima classe.

Lezione VIII: la O-declension.

I nomi di questa declinazione escono in -ος al maschile (e al femminile, ma sono pochi), e in -ον al neutro.

Le terminazioni sono: -ος/-ον, -ου, -ῳ, -ον, -ε/-ον al singolare; al plurale -οι/-α, -ων, -ις, -υς/-α, οι/-α. Al duale -ω, -οιν (casi diretti, indiretti).

La terminazione in dittongo -οι è da considerare breve ai fini dell’accentazione.

A questo punto siamo pronti anche per introdurre gli aggettivi della prima classe (cone vengono detti in latino): i maschili seguono la II declinazione, i femminili la I declinazione (in -ᾱ o in -η a seconda), i neutri ancora la II declinazione – ἀγαθος, ἀγαθή, ἀγαθόν (buono) e καλός, καλή, καλόν (bello).

 

In questa lezione, assieme al solito vocabolarietto, c’è quindi anche qualche aggettivo da imparare. Come pillola omeopatica di sintassi si trova il costrutto καὶ… καί: non abbiamo inavvertitamente fatto male a Milo, vuol dire e… e, sia… sia.

N.B.: far capire il genere di un nome, in greco lo si indica facendolo seguire dall’articolo ὁ, ἡ, τό.

Per ogni osservazione, correzione e commento scrivete a questo indirizzo: gp . ciceri AT gmail . com (togliete gli spazi in eccesso e sostituite AT con “@”).

 

<PUBBLICITA’ PROGRESSO>Sempre a disposizione dei volonterosi un corso (poco per volta mandiamo in onda i materiali) sul sito memrise.com – gratis, si accede da questo link (e da quest’altro se volete la versione greco-inglese), che del FGB riprende le unità lessicali e gli esercizi di traduzione (dagli originali greco-inglese e inglese-greco abbiamo ricavato i corrispondenti greco-italiano e italiano-greco). Potete sempre scaricarlo sul vostro smartphone, per darvi un tono con gli anziani e allo stesso tempo continuare sottobanco a leggere bimbominkiate, magari su wattpad.</PUBBLICITA’ PROGRESSO>

 

 


FGB: commento alla lezione VII – imperfetto indicativo attivo

il First Greek Book (J.W.White, 1896, Ginn & Company) è un laboratorio introduttivo al greco antico pensato per ragguagliarvi sulla grammatica e la sintassi: da sfogliare in vista del ginnasio è ottimo, oppure se a suo tempo avete percorso altre strade e vi è rimasta la curiosità di sapere… insomma fate un po’ voi; con questo libro non diverrete certamente filologi classici ma almeno sarete in grado di leggere qualche epigrafe (a capirne poi il senso, ecco il problema).

 

La lezione VII presenta, con l’esempio dell’imperfetto, la tecnica dell’aumento – tipica dei tempi secondari dell’indicativo.

Lezione VII: imperfetto indicativo attivo.

Nei tempi secondari (imperfetto, aoristo, piuccheperfetto) dell’indicativo, i verbi ricevono un aumento al loro inizio: una sorta di prefisso insomma.

L’aumento può essere di due tipi:

  • aumento sillabico: il prefisso è una ε. Si applica nei verbi che iniziano per consonante. λύω (io sciolgo) aumenta in ἔ-λυον (io scioglievo);
  • aumento temporale (della quantità): se la prima sillaba del verbo inizia per vocale o dittongo, allora l’aumento si effettua allungando questa sillaba. In pratica
    • α, ε diventano η;
    • ι, ο, υ  diventano ῑ, ω, ῡ;
    • αι, ᾳ diventano ῃ;
    • οι diventa ῳ;

Attenzione: l’aumento di ἔχω (io ho) è irregolare: fa εἶχον (io avevo).

L’imperfetto indicativo rappresenta un azione nel passato: ἔλυον significa io scioglievo, io sciolsi.

I verbi hanno accento recessivo, e qui c’è da tener conto dell’aumento: applicando le leggi generali di fonetica, talvolta l’accento si sposta (ἔλυον, ἐλύομεν), talvolta invece cambia proprio (εἶχον, εἴχομεν).

In questa lezione non c’è un vocabolarietto dedicato, con annesse pillole omeopatiche di sintassi. Il suggerimento è quello di ripassare quelli delle lezioni da III a VI.

 

Per ogni osservazione, correzione e commento scrivete a questo indirizzo: gp . ciceri AT gmail . com (togliete gli spazi in eccesso e sostituite AT con “@”).

 

 

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FGB: commento alla lezione VI – nomi femminili in α breve

il First Greek Book (J.W.White, 1896, Ginn & Company) è un testo-laboratorio introduttivo al greco antico pensato per presentarvi con largo anticipo quanto di meravigliosamente terribile potrà accadervi caso mai vi verrà l’ardire di iscrivervi al liceo classico, e quindi per prepararvi; oppure se a suo tempo avete rifiutato l’ostacolo e da allora vi è rimasta la curiosità di sapere quello che vi siete persi… insomma fate un po’ voi; con questo libro non diverrete certamente filologi classici ma almeno sarete in grado – sbagliando peraltro pronuncia – di chiedere indicazioni stradali al pireo, o di tentare di leggere qualcosa di Senofonte, ma con cautela.

La lezione VI presenta i nomi della I declinazione, femminili, che escono in alfa breve.

Lezione VI: nomi femminili in alfa breve.

Notizia ovvia: se sulla α non viene segnata la quantità lunga (cioè non viene scritta nelle declinazioni come ᾱ), allora è da considerare… breve (purtroppo nei testi la quantità non è quasi mai espressa). Pochi sostantivi femminili escono in α breve (ad. es.: θάλαττα, il mare, γέφῡρα, il ponte). Se la α è preceduta da uno dei soliti ε,ι,ρ allora le terminazioni del singolare sono tutte in α (-α, -ᾱς, -ᾳ, -αν, -α), altrimenti i casi obliqui sono in η (-α, -ης, -ῃ, -αν, -α): al solito, una terminazione lunga influisce sull’accentazione della parola declinata (calcolata a partire dall’accentazione del nominativo singolare) facendo scivolare l’accendo di una sillaba verso il fine parola.

 

Per ogni osservazione, correzione e commento scrivete a questo indirizzo: gp . ciceri AT gmail . com (togliete gli spazi in eccesso e sostituite AT con “@”).

 

p.s.: anche in questa lezione, gli inserti omeopatici di sintassi nei vocabolarietti prima degli esercizi. Interessa sapere come si traduce il moto a luogo? Ecco qui: con la preposizione εἰς + ACCusativo (analogamente al costrutto latino).

Ci sono poi preposizioni che reggono più di un caso: ἐπί, ad esempio, la puoi trovare sia con il GENitivo (su, sopra), che con il DATivo (da); ma anche con l’ACCusativo (verso, contro).

 

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FGB: commento alla lezione V – introduzione ai verbi

Museo di Epidauro, Argolide.

Museo di Epidauro, Argolide.

il First Greek Book (J.W.White, 1896, Ginn & Company) è un testo-laboratorio introduttivo al greco antico pensato per mettervi in guardia nel caso abbiate velleità di iscrivervi al liceo classico, oppure se siete davvero motivati per prepararvi, o ancora se l’avete scampata a suo tempo ma vi è rimasta la curiosità di sapere quello che vi siete persi… insomma fate un po’ voi; tanto non diverrete filologi classici per questo ma almeno sarete in grado – sbagliando peraltro pronuncia – di chiedere aiuto al bagnino greco, a trovarne uno quando serve.

La lezione V introduce la coniugazione del verbo: argomento diversamente leggero. Come si diceva una volta: hic sunt leones.

Lezione V: i verbi, introduzione.

Iniziamo dando i numeri. In Greco Antico vi sono tre diatesi: attiva, passiva e …media (non fate gli spiritosi). Vi sono poi quattro modi finiti: indicativo, congiuntivo, ottativo e imperativo; i modi indefiniti sono due: infinito e participio (e qui un’azzeccagarbugli direbbe che sono in realtà nominali verbali: l’infinito è un nome e il participio è un aggettivo verbali). I tempi sono sette: quattro tempi principali (o primari) – presente, futuro, perfetto e futuro perfetto, tre tempi storici (o secondati) – imperfetto, aoristo e piuccheperfetto.

Quindi ci sarà da capire cosa ci facevano gli antichi greci con l’ottativo. E con l’aoristo. E se ho presente cosa succede in latino temo anche il congiuntivo sarà da interpretare: vedremo. E il medio? Cosa vorrà mai dire?

Le persone sono tre, come avviene per i nomi: singolare, plurale e duale (riecco i due cavalli).

Attenzione: nei verbi l’accento è recessivo: tende cioè a risalire il più possibile verso l’inizio parola. L’oscurità di questa affermazione verrà disvelata a suo tempo debito, abbiate fede.

La parte fondamentale del verbo è la radice o tema verbale, che indica il significato dell’azione e dalla quale dipendono le varie coniugazioni. Ad esempio, il tema di πέμπω (io mando) è πεμπ, il tema di βουλεύω (io decido) è βουλευ.

Ed è solo l’inizio. Alla prossima.

Per ogni osservazione, correzione e commento scrivete a questo indirizzo: gp . ciceri AT gmail . com (togliete gli spazi in eccesso e sostituite AT con “@”).

p.s.: proseguono gli inserti omeopatici di sintassi nei vocabolarietti di fine lezione. Vi incuriosiva sapere come si traduce il moto da luogo? Eccovi serviti: con la preposizione ἐξ (davanti a vocale) ἐκ (davanti a consonante) + GENitivo (analogamente al costrutto a, ab  + ABLativo, in latino). E per la negazione? Facile: οὐ (davanti a consonante), οὐκ (davanti ad uno spirito dolce), οὐχ (davanti a uno spirito aspro).

 

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FGB: commento alla lezione IV – prima declinazione, nomi in -η (eta)

Museo di Epidaduro, statue

Museo di Epidauro, Argolide. Statue (Asclepio in primo piano)

FGB è l’acronimo di First Greek Book (J.W.White, 1896, Ginn & Company), laboratorio introduttivo al greco antico tale che, anche se non diverrete filologi classici, almeno sarete in grado – sbagliando pronuncia – di leggere i menù dei ristoranti greci: potrete quindi fare discreta figura con la fidanzatina o il fidanzatino di turno (per non sbagliare, nel caso: insalata greca, gyros pita e ai maggiorenni birra FIX).

 

La lezione IV riprende la prima declinazione (declinazione in alfa) introdotta nella scorsa lezione, questa volta per i nomi femminili che terminano in …eta! .

Lezione IV: prima declinazione: nomi femminili in -η.

Quindi, se ho capito bene, la prima declinazione viene detta anche declinazione in alfa e poi troviamo nomi che terminano in eta… ah ok basta guardare il nominativo plurale – escono tutti in -αι.

La regola: se un nome femminile della prima in alfa lungo (ᾱ), ha come penultima lettera ε, ι, o ρ allora termina davvero in -ᾱ (al nominativo singolare), altrimenti termina in -η (la sola flessione del singolare ne resta influenzata: al plurale tutto rimane invariato). In pratica, dal vocabolario leggo il lemma che riporta nominativo e genitivo singolari: questi nomi escono, accenti a parte, in -η, -ης e il loro articolo è ἡ (he, nominativo femminile).

κώμη, κώμης, ἡ (il villaggio, parossitono), σκηνή, σκηνῆς, ἡ (la tenda, ossitono)

le uscite al singolare sono, a meno di accenti: -η, -ης, -ῃ, -ην, -η (solito schema nom, gen, dat, acc, voc)

Per ogni osservazione, correzione e commento scrivete a questo indirizzo: gp . ciceri AT gmail . com (togliete gli spazi in eccesso e sostituite AT con “@”).

p.s.: ah dimenticavo, in attesa di andare in dettaglio nella sintassi dei casi e delle preposizioni, il nostro autore inserisce quatto quatto qualche anticipazione essenziale per svolgere gli esercizi direttamente nei vocabolarietti di fine lezione. Un esempio? la preposizione ἐν + DATivo indica il complemento di stato in luogo (analogamente a in + ABLativo, in latino). Ditemi voi se non è una perfidia questa.

 

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